Sorgentedelvino LIVE 2018
Il Vino Ri-naturato
Sono stata a Sorgentedelvino LIVE 2018
I salmoni a un certo punto della loro vita sentono un irrefrenabile bisogno di risalire la corrente del fiume per tornare là, dove sono nati. Qualcosa di simile capita, in questo periodo dell’anno, a noi amanti del vino, che, spinti da istinto primordiale, prendiamo la macchina e torniamo alla nostra di sorgente. A Piacenza, Sorgentedelvino LIVE 2018.
Tre giorni di assaggi, degustazioni e incontri che offrono l’occasione di entrare in contatto con chi il vino naturale lo fa. Con chi ha scelto di dedicarsi a una delle coltivazioni più antiche e resistenti che ci sia. Ma anche con chi nella terra fatica contro le intemperie e le malattie che minacciano la vendemmia. E alla fine con chi, con il sorriso, ti versa un sorso di un lavoro che già vedi dentro le sue pupille.
Quest’anno è la decima, ricchissima edizione, oltre 150 produttori. Novità dell’edizione è l’inarrestabile Ondata Calabra nelle ultime due sezioni espositive… una bomba!
Ma ecco in una rapida carrellata cosa mi è piaciuto di più da Nord a Sud.
In Piemonte mi hanno colpito due vignaioli, agli antipodi: Fabio Gea con i suoi vini affinati in gres e la realtà combattente di Granja Farm a Chiomonte con la sua viticultura eroica. Poi una bollicina di Erbaluce di Ilaria Salvetti per prepararmi agli altri assaggi. Rapido sbocco sul mare per i vermentini di Terre della Luna, Plinio il vecchio e Plinio il giovane. Passaggio in Veneto per la giovanissima cantina Il Roccolo, garganega e trebbiano, fermo e rifermentato. In Trentino ho finalmente bevuto tre versioni del Teroldego di un grande esperto, Paolo Zanini di Redondel.
Scendendo, tappa obbligata in Emilia-Romagna dove mi sono piaciute le espressioni del Sangiovese nei calici di Marta Valpiani (e splendide etichette). Quindi Toscana, terra di rosso, in controtendenza mi avvicino al trebbiano macerato del Casale di Certaldo e degusto una verticale fino all’annata 2004, sorprendente. Nelle Marche ho trovato una grande versione di Pecorino nella bottiglia di PS Winery, ma poi sono rimasta folgorata dal Bianchello del Metauro macerato di Ca’ Sciampagne (presto un post tutto per loro!). In Umbria ho conosciuto la delicata realtà della cantina Preggio con un Sangiovese che farà molto parlare di sé.
Infine, mi sono dedicata alla mia passione siciliana riassaggiando i super noti nerelli di Davide Bentivegna e facendo amicizia con i due vignaioli di Elios-Modus Bibendi ad Alcamo che nel 2015, recuperati i terreni di famiglia, hanno voluto credere nel futuro della loro isola e lì sono rimasti a dare vita ai loro Modus Bibendi.
Il posto ideale per chi, come me pensa che il vino naturale subisca ogni giorno un processo di “snaturazione” dovuto alla moda e al mercato. Per chi, quando beve un calice bio-rispettoso in un locale radical, con le pareti semi-intonacate e tenui luci nude-look, pensa che qualcosa non torni.
Per chi pensa che il naturale sia un’altra cosa: l’odore di chiuso, i calli sotto le nocche, le bottiglie etichettate a mano, la saggezza popolare. Per tutti noi a Sorgente avviene il miracolo della ri-naturazione del vino e si torna un po’ tutti bambini con le orecchie tese ai racconti dei nostri nonni e ancora capaci di credere nella magia della natura e dei suoi cicli.