Heinrich – St. Laurent 2014
Il tempo, dopo tutto.
“Just as not everyone who sleeps dreams, not everyone who dreams is sleeping”
Queste sono le parole che Gernot e Heike Heinrich hanno scelto per presentarsi a chi, come me, assaggiato il loro vino quasi per caso, ha voluto, ha dovuto, conoscerne di più. Ed è la frase perfetta per riassumere l’impresa di Gernot e Heike che, nei pressi del Lago Neusiedl, ancora in Austria, ma già quasi Ungheria, nel 1990 iniziano a coltivare il loro primo ettaro di terreno.
Da allora Gernot e Heike hanno lavorato, sperimentato, sbagliato e chissà cos’altro, ma non hanno mai smesso di sognare. E oggi i loro ettari sono quasi novanta. La loro viticultura è una delle più innovative in tutto il panorama austriaco e si fonda sul credo ancestrale per cui i grandi vini siano soprattutto espressione delle loro origini. La terra, la pioggia, la vigna sono quindi le variabili che per Heinrich giocano il ruolo principale nel determinare il carattere di un sorso, a far si che quel sorso sia il sorso.
E questo diventa vero soprattutto quando si minimizzano gli interventi in vigna e, ancor più, in cantina. I vini di Heinrich sono infatti vini liberi, vini che hanno affondato le loro radici in un ambiente biologicamente diverso e hanno saputo inserirsi nell’ecosistema che le circonda. E sono vini liberi di fermentare spontanemente durante lunghissime macerazioni sulle bucce, sia per le uve bianche che per quelle rosse. Infine, il resto lo farà il tempo, tanto tempo, in grandi botti di rovere esausto.
E sarà proprio il tempo, sopra ogni cosà, a plasmare il risultato finale.
Per il vino, così come per gli uomini, potremmo dire.
Ed è andata proprio così, pur senza conoscere una lettera della loro filosofia, il mio calice di Saint Laurent mi ha parlato. Paragonabile per eleganza a un Pinot Nero, nella sua fragilità dimostra però più carattere e corpo. Il naso è spiccatamente floreale, erbaceo e stupisce continuamente con nuove sfaccettature. In bocca è setoso, pieno, morbido, con una equilibratissima acidità che rende il sorso persistente e di una gradevolezza estrema.
Un vino timido, un vino di sfumatura, un vino che conquista come un seduttore d’altri tempi.