Porta del Vento – Voria
Vi dico che esiste un Catarratto rifermentato in bottiglia con il rapporto qualità prezzo più schiacciante che io abbia già visto per un prodotto così curato, Voria. E se non l’avete ancora bevuto andate immediatamente a cercarlo. A Milano me l’hanno proposto come inizio serata i ragazzi di Linea Retta.
Siamo a Camporeale, sulla collina palermitana, dove Marco Sferlazzo della cantina Porta del Vento cura le sue vecchie viti ad alberello esposte a Nord a circa 600 metri sul livello del mare. Mare che, non troppo distante, viene costantemente accompagnato fino a queste piante dal vento incessante che batte su questi ripidi pendii siciliani. E proprio vento significa, in dialetto, Voria. Un’azienda di media grandezza con alle spalle il duro lavoro di Marco per convertire i vigneti da convenzionale a biologico con l’utilizzo di preparati biodinamici e sovesci. La vigna inoltre viene lasciata inerbita e c’è massima ricerca per la preservazione della biodiversità del luogo. Un esempio e un nodo di agricoltura diversa, contraria, in un territorio difficile.
Il minimo intervento in vigna e l’età dei vigneti porta a una bassa resa di uva, ma carica di sapore e complessità. Questo è Voria. Un vino che vuole sembrare semplice, ma ha un carattere notevole e un divertente piglio ribelle.
Al naso, salinità forte equilibrata da una paicevole nota di lievito e dai tanti fiori bianchi al naso. In bocca è un vino fresco, freschissimo, dalla beva lampo.
Vista questo primavera in anticipo è meglio segnarsi questi vini per quando il grande caldo non ci lascerà scampo.
PS. Quel genio di Marco, per chi non si accontetasse di Voria bianco ha creato anche la sua versione rosata, sempre surlì, con uve di Perricone.