Cantina Margò – Regio Bianco 2018
Ieri ero al parco, un caldo incredibile, zanzare e bambini a casa dalle scuole. Poi una foglia secca mi è caduta vicino alla mano. Un solletico d’autunno in un pomeriggio che non poteva essere più estivo di così.
Confini sfumati tra ieri e domani.
Confini e definizioni umane, le stagioni, i giorni. Mentre la natura semplicemente fa il suo corso e liberamente sceglie di ripetersi, ma anche di stupirci. Perché la natura libera è quella che ha dato vita alle uve fiere di questo Trebbiano, le ha fatte crescere forti, in armonia con il sole forte d’estate e il freddo pungente in inverno. Un regalo che si ripete ogni anno e che Carlo Tabarrini non fa altro che aspettare, coccolare, accudire per poi metterlo in bottiglia e condividerlo con chi, come me, abbia sulla tavola il suo Regio Bianco.
Breve macerazione per un vino che arriva intatto e fiero nel bicchiere. Un Trebbiano che racchiude in sé tutte le stagioni, come tutte le sfumature dell’animo umano. Un Trebbiano che parla di Umbria, parla del sogno di Carlo di fare vino, mentre va in fabbrica tutte le mattine, parla di quello che oggi è diventato realtà: Cantina Margò.
Tre ettari in provincia di Perugia dove Carlo ha potuto sperimentare sulle tre varietà autoctone simbolo della sua terra, Trebbiano, Grechetto, Sangiovese, trovando così, nella natura e nella vigna, la sua massima realizzazione.
Nota a margine: un applauso va anche alla grande cucina di Vinoir che mi ha permesso di abbinare questo Bianco Regio a un ruspante antipasto a base di uovo pochè e lenticchie. Tutto il gusto della terra che si è sposato perfettamente con la trama larga di questo vino.