Fabio De Beaumont – Macchiusanelle
È sempre questione di essere capaci di rischiare, di mettersi in gioco. Con alle spalle il grigio calcolo della probabilità di successo e di profitto, aprire la finestra, lasciar entrare l’aria e godere del paesaggio. Che poi con l’aria fresca che ti si appoggia addosso si pensa molto meglio. Lo penso ogni volta che esco a camminare. E Fabio stava proprio passeggiando per le colline irpine attorno a Castelvetere quando ha pensato che fosse decisamente giunto il momento di imbottigliare ed etichettare il vino di quella vecchia vigna della sua famiglia De Beaumont. Ne deve semplicemente aver sentito il bisogno, ne deve aver visto il senso.
Una vecchia vigna a piede franco, poco più di 6000 metri, tutta Barbera che, certo autoctona di colline ben più fredde e piovose, negli anni si è però stabilizzata bene in quell’inatteso posto al sole. Una Barbera più abbronzata quindi, irruente e vigorosa come gli adolescenti in estate, che Fabio sceglie di lavorare solo in acciaio con una fermentazione di una decina di giorni per non alterare nulla di quanto avvenuto in campagna durante la stagione.
Un vino, il Macchiusanelle, dalla trama spessa e ruvida, che con le durezze gioca subito a fare il strafottente, ma dopo poco tempo nel calice si distende e lascia che si sveli – sia al naso che in bocca – qualche lembo della sua vera natura campagnola, solare e mediterranea. Raggi intensi su panni bianchi stesi, fuori dalla finestra.
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Bellissimo e inaspettato assaggio durante la settima edizione di IoBevoCosì organizzata all’Hotel Gallia di Milano dalla distribuzione That’sWine curata da Andrea Sala.
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Sempre stay natural