Pirati, esploratori e liberi pensatori
L’incredibile viaggio alla ricerca della naturalità ad alta gradazione
È da qualche mese che penso di voler aprire i miei orizzonti alcolici al mondo degli spirits mossa da una semplice domanda: si può trasferire il concetto di naturalità che utilizziamo per il vino al prodotto distillato? Come tutte le migliori domande che mi sono posta nella vita, anche questa è nata nell’ambiente in cui mi sento più a casa, quello del bancone del bar. Come tutte le migliori domande ne ha fatte nascere infinite altre, a matrioska. Così ho cominciato a bere distillati in purezza, poi li ho provati in miscelazione, ne ho parlato per ore con chi ne sa più di me e che mi ha supportato\sopportato con infinite spiegazioni come Andrea Arcaini e Marco Callegari.
Come tutte le migliori domande è ancora senza risposta, ma sarà per me una domanda-viaggio che come per il vino voglio condividere a partire dal primo assaggio che mi ha lasciato intuire le sfumature di questo mondo ad alta gradazione.
Si tratta della grappa bianca Punto G di Capovilla che da oltre trent’anni a Rosà, vicino a Bassano, produce distillati di altissima qualità a partire dalla semplice formula di utilizzare una materia prima di altissima qualità. In questo caso sono le vinacce conferitegli da alcuni produttori italiani del circuito TripleA, derivanti quindi da un’agricoltura non intensiva e priva di chimica. La distillazione artigianale di Capovilla con alambicchi discontinui a bagnomaria le hanno trasformate mantenendone intatte la fragranza e la struttura. Una grappa dove l’alcol è l’ultima cosa che senti, integrato com’è nel suo corpo intenso e morbido, nelle note di frutta croccante, nella spezia accennata, nell’acidità che ne prolunga la persistenza. Una grappa eterea e leggera, che arriverei a definire rinfrescante, senza dubbio rinfrancante.
Bere Punto G è stato per me come bere il primo vino naturale: senza polemiche, né rimpianti, ho capito che i distillati che mi era capitato di bere prima erano semplicemente altro. E se certamente il processo stesso di trasformazione mediante distillazione ha di per sé poco o niente di naturale, anche nel mondo del distillato, con le dovute precisazioni e accortezze, esiste un modo altro di arrivare al prodotto, rispettando l’origine delle materie prime, conservando dall’industrializzazione massiva metodi artigianali, riscoprendo e valorizzando tradizioni.
Storie rocambolesche di pirati, esploratori e liberi pensatori. Un altro di cui ho socraticamente capito di non aver capito ancora niente, ma così denso di avventure che non posso trattenermi dal raccontare.