Clos Lentiscus – Perill Blanc
Lo ammetto, in enoteca raramente opto per un vino spagnolo. Non che non mi incuriosiscano, anzi!, solo che spesso la mia scelta finisce per ricadere su qualcosa di più conosciuto, che si orienti all’interno di confini già tracciati. L’eterna fregatura della confort zone.
Ma a volte capita che la scelga non venga da te, ma da qualcuno che, spesso senza saperlo, apre il cancello della nostra gabbia mentale scegliendo senza se e senza ma proprio quello che tu non sapevi nemmeno esistesse.
In questo caso la scelta è stata dello chef Andrea Rosselli e la bottiglia in questione lo Xarel-lo in purezza di Clos Lentiscus, azienda catalana biodinamica del Penedes che ho conosciuto un paio di anni fa quando ho partecipato alla fiera Vella Terra a Barcellona e di cui avevo già bevuto parecchi anni fa il Metodo Classico a base della rara Malvasia di Sitges.
Perill Blanc invece è un vino fermo, ottenuto da uve fermentate in anfora con soli lieviti indigeni e che poi rimane nella terracotta anche per l’affinamento di circa un paio d stagioni. Insomma, tempo di togliere il cappotto invernale, in primavera viene imbottigliato e così arriva nel bicchiere, con i suoi profumi esotici e graffianti. Se l’inizio del sorso è grasso, morbido e persistente, il finale si rivela bruciato, torbato quasi asfaltato nell’anima.
Un vino clochard che scopre ad un tratto di essere erede al trono di Spagna: lavato e profumato mostrerà a tutti un aspetto smagliante, ma sotto sotto rimarrà quel lupo solitario che non ha alcuna intenzione di perdere nè il pelo nè il vizio della sua indipendenza. Un vino con la corona sulle ventitrè, pronto a togliersela per tornare a vagabondare in strada.