Vini Barraco – Altomare
La foto non rende giustizia ad uno dei vini più sorprendenti bevuto negli ultimi mesi. Per intensità. Per anima. Per colore.
Ma come mi ricordo di aver già scritto tempo fa, sono le sgranature il profumo della vita: i margini imperfetti di un foglio strappato con le mani, le gocce di cera che colano da una candela, i granelli di sale che non entrano nel piatto e condiscono tutto ciò che c’è intorno. Come i granelli di sale sollevati dal vento e catturati dalle uve che compongono questo elogio al Grillo: Altomare, capolavoro sinfonico scritto e diretto a Marsala da Antonio Barraco per santificare l’essenza della sua uva preferita dopo 17 vendemmie nella sua azienda Vini Barraco, punto di riferimento per la viticoltura non interventista di cui è stato precursore a Marsala e non solo.
Un elogio che è sinfonia di vendemmie dalle quattro storiche vigne dell’azienda, ogni massa lavorata con uno stile differente dal tradizionale, all’ossidativo omaggio allo spirito più intimo di Marsala, passando per l’innovazione del grappolo intero a dare durezza di raspo, una leggera leggera ruvidezza nel sorso. Quattro capolavori indipendenti che orchestrati con intuizione e amore da Antonino danno origine in Altomare ad un gusto infine unito seppure instabile e mutevole. Un vino cangiante, camaleontico e terribilmente personale.
Meritava una foto migliore ma ero ragionevolmente distratta e va bene così.
Scelto a quattro mani con Antonio Intelisano nei magici frighi di Vinoir Natural Wine a Milano.