Libri in mescita!
per leggere di vino, per leggere il vino
Ecco qui, la mia piccola guida ai libri ed atlanti a tema vino che, da autodidatta quale sono, mi hanno aiutato ad orientarmi nel mondo enologico, dalla campagna fino alla bottiglia.
Molto autobiografica e tutt’altro che completa, questa guida è in aggiornamento, un po’ come lo è questo mio spazio di scrittura libera e in definitiva tutta la mia conoscenza sul vino.
E’ una strada, non mi annoierò mai di percorrerla insieme, bevendo, leggendo e ascoltando.
Mario Soldati – Vino al Vino
“Uno degli errori più gravi e più comuni in cui oggi incorrono molti consumatori di vino è di credere che un certo vino, riconoscibile tramite nome ed etichetta, debba essere sempre uguale a se stesso come un qualsiasi altro prodotto industriale, un frigorifero o un automobile! Mentre il vino può paragonarsi solo ad un essere umano vivente, immisurabile, inanalizzabile se non entro certi limiti, effimero e misterioso. Esigere un vino stabile è la più grande sciocchezza che un bevitore di vino possa commettere.”
Scritto a cavallo degli anni ’60 e ’70, Vino al Vino è il racconto dei tre viaggi compiuti da Mario Soldati in persona in giro per l’Italia alla ricerca di quello che lui definisce “vino genuino” in antesignana antitesi con il “vino industriale” che proprio in quegli anni di boom economico e di rivoluzione agricola stava cominciando a diffondersi nel nostro paese. Regione per regione, cantina per cantina, casa per casa, Soldati percorre in auto e in treno la nostra penisola spostandosi con un metodo tutt’altro che scientifico, ma piuttosto personale, guidato da ricordi, amicizie e un’infinita curiosità.
Con la sua voce semplice e simpatica di grande giornalista, poetico narratore e scanzonato bevitore, Soldati ci porta a spasso con lui e ci fa partecipi di una memoria collettiva che tutti abbiamo ancora oggi il dovere di custodire. Il viaggio di Soldati diventa così un viaggio universale, dentro al gusto e alla coscienza di ogni appassionato di vino e in fondo di vita.
A tratti profetico nel prevedere gli scempi che oggi vediamo, Vino al Vino è uno di quei rari libri per me da leggere e rileggere, e se possibile da ripercorrere, per provare a capire, per impegnarci a cambiare.
Andrea Scanzi ‑ Elogio dell’invecchiamento
Edito per la prima volta nel 2007, “Elogio dell’invecchiamento” è il racconto del giornalista Andrea Scanzi, sommelier e appassionato di vino, di dove e per mano di chi nascono i migliori vini italiani. Un libro che come racconta Scanzi stesso nella prefazione all’edizione Oscar Mondadori del 2015 è ” […] nato da solo, e forse anche per questo ha avuto così fortuna: evidentemente si respira, all’interno delle pagine, quella leggerezza divertita di cui ero pervaso. E’ un libro glou glou.”
So che molti criticheranno questo libro, Scanzi oggi si è rivelato spesso antipatico e fuori luogo. Anche in termini di vino, è un libro che parla molto anche del mondo convenzionale dal quale oggi mi sono del tutto allontanata. Ma è appunto un libro scritto nel 2007, non dimentichiamolo, ed è di nuovo Scanzi – sempre nella prefazione alla nuova edizione 2015 – ad anticipare le critiche che potrebbe muovergli il lettore odierno “[… in riferimento alla riedizione chiestagli dall’editore] ho pensato per un attimo che fosse il caso di aggiornarlo. E’ stato però, appunto, solo un attimo: ho scritto Elogio una o due vite fa, ma è un libro che non potrò mai cambiare. […] credo che il vino sia cartina al tornasole della contemporaneità: se provi a raccontarlo mostri al contempo solchi e snodi del presente”
E’ un libro strutturato a racconti, si può facilmente scegliere di leggerne solo alcuni capitoli e tra questi mi sento di consigliarvi la lettura del capito 4 “Aspettare non stanca” dedicato all’incontro dell’autore con quello che per molti è l’ultimo contadino di Langa Flavio Roddolo.
Per me è stato il primo libro sull’argomento che mi sono comprata da sola quando ho iniziato a incuriosirmi al vino e lo ritengo ancora oggi, con la sua scrittura fluida e semplice, uno degli artefici del mio innamoramento. Ribadisco parafrasando Scanzi, anche la me che leggeva questo libro era “la me di una o due vite fa”, ma non smetterò di consigliare questa lettura soprattutto a chi in primis sappia emozionarsi di fronte a “tanta quotidianità scintillante”.
Sandro Sangiorgi – L’invenzione della gioia
Educarsi al vino. Sogno, civiltà, linguaggio
Cosa significa capire un vino? Questo libro compendia in tre sezioni l’approccio colto, psicologico e sensibile proposto da Sandro Sangiorgi, sommelier, critico e scrittore impegnato nella comunicazione del vino da oltre trent’anni e fondatore della scuola e casa editrice romana Porthos.
La lettura si articola così a partire dall’assaggio in “Approccio al vino”, si prosegue con un’approfondita analisi linguistica ne “Le parole del vino”, infine ci si riposa un po’ nella sezione più adatta ai neofiti “La Dispensa” dove Sandro racconta gli aspetti più tecnici della produzione del vino naturale.
Un vino che ho personalmente affrontato come fosse un libro di testo, la lettura è complessa e spesso mi sono presa delle settimane di pausa tra una sezione e l’altra, anche per digerirne i concetti che sono tanti, belli, profondi, ti smuovono dentro.
“L’invenzione della gioia” è per me un libro bellissimo e difficile, come difficile è sradicarsi dalle proprie abitudini e convenzioni. Un libro che richiede sforzo e dedizione, ma restituisce in cambio la consapevolezza di aver cambiato paradigma.
Eppure un libro semplicemente irrinunciabile, come una Bibbia laica, il testo dei testo, “L’invenzione delle gioia” è un libro a cui tornare e ritornare.
Rigaux, Sangiorgi ‑ Il vino capovolto
“Il vino non sa di essere cuore, odore e sapore. Bisogna perdere una parte di se stessi se lo si vuole incontrare e sentire. Lui si presenta a noi nudo, privo di aspettative, neanche quella di poter essere assaggiato da una persona sensibile. Si tratta di un vero e proprio incontro amoroso, non importa quando potrà durare.”
Edito dalla casa editrice Porthos di Sandro Sangiorgi, Il vino capovolto è organizzato di due sezioni ben distinte. La prima è la traduzione ad opera di Sangiorgi stesso del piccolo libro intitolato “La degustazione geosensoriale” scritto dal professor Jacky Rigaux che si conclude con le schede di degustazione sperimentali dell’Université des Grands Vins. La seconda invece intitolata “Altri scritti” è la raccolta di scritti dedicati al vino di Sangiorgi (con la collaborazione di molti nomi che hanno sostenuto l’attività di Porthos negli anni) raccolti nei sei anni successivi l’uscita del suo capolavoro “L’invenzione della gioia”.
C’è molta tecnica in questo libro, c’è molta Francia (soprattutto come ovvio nella sezione di Rigaux) ma quello che colpisce il lettore è la presenza di un cuore pulsante e di un amore sconfinato in ogni riga, anche in quelle che ad una prima lettura risulteranno ermetiche e ostiche.
Un librino essenziale che per me definisce e firma quel famoso cambio di paradigma necessario nell’approccio al vino che oggi, con tutte le critiche e scetticismi del caso, si è deciso di definire naturale. Un titolo che per me è diventato mantra e dopo aver letto il libro non esiste vigna in cui non mi siederei a guardare il mondo, capovolto.
Corrado Dottori ‑ Non è il vino dell’enologo
Lessico di un vignaiolo che dissente
Questo è il libro che più ho regalato a chi volesse capire qualcosa del perché avessi cambiato vita e mi fossi appassionata al vino.
Corrado Dottori oggi è vignaiolo a Cupramontana insieme alla sua compagna Valeria Bochi. Sono tornati insieme nelle Marche, dopo tanti anni passati a Milano a studiare Economia prima e a lavorare in una grande banca internazionale poi. Questo libro, strutturato nella forma del lessico dalla A di Agricoltura alla V di Vita, è il racconto della loro scelta personale dettata dal fatto che – nonostante gli studi matematici – quei conti, all’università, in banca, per strada proprio non tornassero.
Ed è anche un libro che i conti li fa non solo con la città e con il capitalismo che la manovra, ma anche con l’agricoltura, la vinificazione, almeno quella di stampo enologico ed industriale che viene insegnata a Corrado che invece, su quella collina marchigiana, preferisce diventare “un vignaiolo che dissente”
Ecco, per me, “Non è il vino dell’enologo” è in primo luogo un libro sul dissenso, sul pensiero autonomo, sulla rivoluzione pratica che ognuno di noi può decidere di intraprendere. Poi è anche un libro sul vino certo, ma sul vino come atto politico e sociale direi.
Molto potenti anche le postfazioni condotte da tanti nomi importanti per il mondo del vino naturale come Nicoletta Bocca, Elena Pantaleoni, Antonio Barraco.
Corrado Dottori ‑ Come vignaioli alla fine dell’estate
L’ecologia vista da una vigna
Ancora Corrado, ormai affermato vignaiolo naturale, qualche anno dopo dal primo libro, nel 2019 pubblica sotto forma di “quaderno di campagna” un anno del suo lavoro agricolo in vigna a Cupramontana. Ed è così che giorno per giorno, tra una potatura, un travaso, un assaggio, una fiera (eh si, non c’era ancora il Covid) si fanno spazio i pensieri di Corrado che proprio a partire dall’osservazione del suo particolare, l’ecosistema di una vigna nelle Marche, vanno a toccare (e non piano) le più urgenti questioni del dibattito ecologico contemporaneo come riscaldamento globale, esaurimento delle risorse, inquinamento. Tra le righe ho avuto la sensazione di un Corrado più stanco rispetto a qualche anno prima, a tratti disilluso, ma che proprio dalla sua delusione e perplessità sente il dovere morale di alzare la voce ancora una volta nella sua immortale speranza che attraverso l’informazione e la consapevolezza qualcosa si può ancora fare.
Lorenzo de’ Grassi ‑ Come fare il vino naturale
“Ma cosa cambia nel vino naturale rispetto a quello del supermercato?”
Quante volte mi sono sentita fare questa domanda e quante volte sono mentalmente tornata alle pagine di questo libro per trovare le parole giuste e riuscire a rispondere nel modo più semplice ed esauriente possibile.
Come fare il vino naturale, scritto da Lorenzo de’ Grassi organizzatore del salone Live Wine di Milano e meravigliosamente illustrato da Gianluca Punzo, è finalmente il manuale per principianti che serviva!
Senza orpelli e tecnicismi noiosi, ma bensì con un linguaggio diretto, asciutto e molto piacevole questo libro va dritto al punto della questione.
Dalla campagna alla cantina, passando dal “come si fa il vino” fino al “come si beve il vino” per arrivare al “dove lo trovo questo vino naturale, questo libricino dal curioso formato orizzontale è una fonte inesauribile di risposte utilissime per ogni neofita, ma, diciamolo, anche per un appassionato che voglia fare un ripassino veloce su alcune basi. Per me immancabile nella libreria!
Simonetta Lorigliola ‑ È un vino paesaggio
“Più una cosa è locale, più è universale”
“E’ un vino paesaggio” è innanzitutto un titolo diventato mantra per me come il più azzeccato tentativo di traduzione della parola terroir.
Ad una prima analisi è il libro-intervista di una giornalista e filosofa – Simonetta Lorigliola che ha collaborato, tra gli altri, con Veronelli – sul lavoro di Lorenzo Mocchiuti e Federica Magrini nella loro azienda Vignai da Duline a San Giovanni al Natisone, in quel Far Est italiano che è il Friuli.
In una seconda analisi è un libro che attraverso il racconto delle scelte controcorrente di due individui, della loro cura delle due piccole vigne La Duline e Ronco Pitotti, così come della storia di una dura terra di confine, suggerisce i cardini di un nuovo modo di fare – o del “non fare” riportando il nucleo della filosofia di Fukuoka ne La rivoluzione del filo di paglia, più volte citato nel libro.
Un racconto tessuto con un garbo ed un eleganza infiniti in un andirivieni costante tra il particolare e l’universale fino a confonderli a dimostrazione che è il gesto di ciascuno di noi a dare forma a qualcosa di più grande
Etienne Davodeau – Gli ignoranti
“Anch’io so cosa voglio: nessun rapporto qualità prezzo. Voglio la qualità, punto.”
Vino e libri: dialogo di una reciproca educazione recita il sottotitolo di questo delicato fumetto edito nella versione italiana da Porthos edizioni.
La mia scarsa propensione a leggere fumetti ha fatto si che comprassi questo libro solo di recente e ad oggi continua a rimanere l’unico fumetto che abbia letto in vita mia.
Etienne è un famoso fumettista francese che vuole capire la passione che sostiene il lavoro del suo amico Richard un produttore di vino biodinamico in Loira. Comincia così un anno che i due passeranno a stretto contatto, reciprocamente uno nel mondo dell’altro, che essendo raccontato da Etienne nella forma “visiva” del fumetto sembra letteralmente accedere nel momento in cui leggiamo, quasi si stesse assistendo ad un film in presa diretta.
Il loro rapporto, sintesi perfetta di incontro, scontro e gioco, evolve e cresce così come le pubblicazioni di Etienne in città e il vino nelle botti di rovere di Richard insegnando ad entrambi che non importa quello che si fa, ma il rimanere umani mentre lo si fa. Divertente, istruttivo, poetico. Per me c’è tutto quel che serve per innamorarsi di questo mondo e quell’altro!
Nicolas Joly – La vigna, il vino e la biodinamica
Corno letame, dinamizzazione, preparato 500. Termini che si leggono sempre più spesso e sono sulla bocca di molti. Di questi molti – giornalisti, scienziati, politici – ben pochi sanno che cosa sia in fondo davvero la biodinamica e, peggio ancora, non lo vogliono nemmeno sapere e senza mezze misure gridano alla stregoneria e all’esoterismo.
Io per prima ammetto di aver avuto un certo scetticismo scientifico di fronte alle pratiche biodinamiche che prime volte che mi sono state raccontate. Però ho sempre avuto rispetto per chi la mattina si svegliava per spruzzare sulle foglie i suoi preparati e soprattutto ho sempre guardato con interesse alla visibile vitalità trasmessa dalle vigne coltivate secondo la biodinamica.
Per capirci qualcosa in più (e rispondere con più padronanza a quei famosi delatori di cui sopra) ho comprato questo libro e mi sono messa a studiare i principi, le leggi, ad apprendere un lessico. Perchè che ci piaccia o meno la biodinamica è una teoria, ed è anche bella complessa.
Non è il libro definitivo sulla biodinamica, però è stato scritto da un grande vignaiolo francese della Loira Nicolas Joly, convinto sostenitore di queste pratiche agronomiche enunciate da Steiner ad inizio del Novecento, il quale con un linguaggio semplice è riuscito a sintetizzare il pensiero biodinamico e la sua esperienza come agricoltore chiarendo molti passaggi che mi erano rimasti oscuri.
Non dico di aver capito, per il semplice fatto che la biodinamica non si può capire, ci si può solo credere e ci si può affidare come ad una porta d’accesso terreno ad un mondo energetico invisibile eppure di incredibile potenza. La biodinamica è un’opzione, e, guarda un po’, è un’opzione che non fa del male a nessuno. Perchè dunque osteggiarla con tanta ferocia senza neppure informarsi? Forse perchè ciò che non si vede fa più paura?
Mark Forsyth – Breve storia dell’ubriachezza
Alzi la mano chi, da ubriaco, non abbia pensato almeno una volta nella vita di aver avuto l’intuizione del secolo o magari di aver ritrovato se stesso. Questo libro è per voi, cioè per noi.
La tesi di Forsyth, linguista e scrittore britannico, è forte. “Intorno al 9000 a.C abbiamo inventato l’agricoltura per ubriacarci ogni volta che volevamo. Il risultato è stata la civiltà”
Nasce così l’urgenza di completare una breve storia dell’alcol e la sua diretta conseguenza, l’ubriachezza, raccontata con dovizia di particolari e maniacale dettaglio delle fonti come si farebbe per la storia dell’arte, dell’architettura, della musica, della lingua.
Comincia così dalle bettole sumere – per passare a quegli ubriaconi degli egizi, passando per il simposio greco, al sumbel vichingo, fino alle taverne Ottocentesche e tirando in ballo anche la Bibbia dove in effetti si beve parecchio – il viaggio esilarante di Forsyth attraverso gli usi e costumi alcolici di ogni popolo in ogni epoca e di come questi abbiano influito sull’evoluzione stessa di quella civiltà finendo, irrimediabilmente, per cesellare i tasselli che costituiscono la nostra società moderna.
Autori Vari – Porthos 37
“Abbiamo voluto distillare e diluire, così da distendere la forza dei concetti e delle frasi. Così, se dovessi scegliere un elemento primordiale che tiene insieme questo numero, opterei per l’acqua custode di una nobiltà che ha il potere della memoria e della trasmissione.”
Per chi come me è arrivato da poco nel mondo del vino naturale, Porthos 37 è il primo numero della rivista fondata da Sandro Sangiorgi a marzo del 2000 che vede la luce dal lontano 2011. Ironia della sorte è anche l’ultimo.
Bellissimo a livello grafico, fin dalla copertina già iconica, tutti i disegni tra le pagine di Porthos 37 sono dipinti di Marcello Spada (che già è noto collaboratore di Porthos già da L’invenzione della gioia). Denso di contenuti, di voci, autori, vini, pensieri. Si ride e si versa qualche lacrima leggendolo. Porthos 37 è per me tutto quello che si potrebbe volere da una rivista sul vino. Incantata da questo finale magistrale mi sto piano recuperando tutti i numeri precedenti che per fortuna sono ancora disponibili sul sito di Porthos (link in fondo alla pagina)
……. piccolo inciso
Sempre a tema di riviste sul vino inoltre vi segnalo come molto interessante per chi sappia destreggiarsi un po’ in francese Le rouge e le Blanc , la più autorevole rivista francese indipendente sul vino. Proprio scrivendo questo articolo ho scoperto che Possibilia editore offre la possibilità di acquistare le tre ultime antologie raccolte in volume e tradotte in italiano (ecco il link!)
Manganelli, Avataneo – Atlante del vino italiano
Un atlante. Ebbene si, senza geografia, nel vino e in tanti altri campi, non si va da nessuna parte. Il vino è prima di tutto paesaggio, luogo, regione. Quest’atlante offre a mio avviso una delle panoramiche più ampie e dettagliate sulla geografia del vino italiano.
Ogni regione è introdotta da una generale descrizione e da una carta illustrata, sono elencati e descritti i vitigni principiali per poi approfondire le denominazioni più rilevanti con tanto di sottozone e cru.
Un libro da avere e consultare, anche solo per aprirlo a caso e lasciare che il punto in cui si aprono le pagine decida la meta del nostro prossimo viaggio in Italia
Eleonora Guerini – Il grande libro illustrato del vino italiano
Il personale giro d’Italia in 100 vini di Eleonora Guerini, torinese DOC, per anni curatrice della guida Vini d’Italia del Gambero Rosso.
Non un libro sui migliori vini d’Italia (ci siamo anche rotti di ste classifiche no?), ma un libro su quei vini che per lei hanno fatto e fanno la differenza, che sono stati capaci di rimanere attuali e saldamente ancorati ad una filosofia e ad un territorio.
100 vini che diventano 100 brevi racconti che custodiscono storie di vita vissuta, di incidenti, di errori, di gioie, di momenti condivisi.
Il tutto infine prende forma e colora dalle matite di tre grandi disegnatori – Fernando Cobelo, Beppe Conti e Rebecca Valente – che pagina per pagina restituiscono alla carta ciò che ogni assaggio ha suscitato in loro.
E se prima aprivamo l’atlante a caso per decidere dove andare, con questo libro potrete invece giocare ad aprirlo a caso per decidere cosa bere!
J. Gaubert-Turpin, A. Grant-Smith, C. Garros – La route des Vins (s’il vous plait)
Sempre in tema atlanti, questo è stato il mio personale souvenir dal viaggio di quest’autunno nella patria del vino parkerizzato: Bordeaux.
Perchè se per capire il vino italiano sono partita dal re-imparare la geografia del nostro paese (e imparare la corretta geolocalizzazione delle provincie del centro Italia) non vedo perchè lo stesso metodo non dovrebbe funzionare anche per iniziare ad orientarsi un po’ di più nel marasma delle denominazioni francesi. E fidatevi anche il fatto che sia scritto in francese – ca va sans dire – aiuta a prendere maggiore confidenza con la materia, al massimo basta aiutarsi ogni tanto con un dizionario per comprendere le informazioni essenziali perchè poi sono soprattutto le illustrazioni e le mappe dettagliate a parlare.
Ultimo ma non ultimo un libro che sento di consigliare per sé o da regalare anche per il prezzo decisamente interessante per un atlante così ben fatto.
Attenzione però, vi assicuro che a furia di sfogliarlo crea intense crisi di astinenza dal vino d’oltralpe, meglio non avere a portata di mano un e-commerce ben fornito e la carta di credito.
Libri che comprerò molto presto
Come dicevo all’inizio, questo elenco di libri sarà costantemente aggiornato in base ai progressi come lettrice e in base alla piega che prenderanno le mie curiosità (in ambito alcolico ovviamente!). Così intanto ho pensato di condividere con voi la mia lista di letture future, così se magari li avete già letti mi lasciate un’opinione nei commenti o, meglio ancora, mi suggerite nuovi titoli per allungare la lista!
Libri:
Arianna Occhipinti – Natural Woman
Nicola Joly – Il vino tra cielo e terra
Gran parte dei testi editi da Possibilia (link di seguito), ora sto leggendo l’ultimo volume curato da Samuel Cogliati: “Borgogna, il terroir e il mito”, vi dirò presto
Andrea Scanzi – Il vino degli altri
Sandro Sangiorgi – Il matrimonio tra cibo e vino
Martinelli, Ricci, Sereni – L’Italia di Vino in Vino
Riviste:
Cossater, Gallello, Pari – Verticale
Un’ultima considerazione…
In questo blog e sul profilo Instagram parlo molto spesso di sostenibilità ambientale e di come la scelta di bere vino naturale sia non solo una scelta di gusto ma una scelta di gesto, quello di un individuo verso il rispetto di una vigna, di un paesaggio, infine del proprio tondeggiante pianeta.
Ecco allo stesso modo, anche se so che è difficile, mi piacerebbe che tutti i libri che vi ho consigliato venissero acquistati in modo sostenibile, andando di persona – magari in bicicletta – dal libraio (che chissà ne avrà altri da condividere con voi, c’è sempre da imparare).
Se invece come me in questi giorni foste impossibilitati a uscire o semplicemente non riusciste a trovare un’alternativa, si può ricorrere all’internet ma magari favorendo come prima scelta i siti web delle librerie e degli editori indipendenti.
Certi sistemi lo sappiamo tutti che sono più comodi e veloci, ma è un piccolo sforzo affinché anche domani ci siano nuovi titoli da comprare, leggere, condividere. E’ un gesto, giusto.
Di seguito alcuni link utili per reperire molti dei titoli che vi ho raccontato
Siti indipendenti
Casa editrice Derive ed approdi
Librai a Milano
Librai a Torino